Mamme in gravidanza e Post-Partum

Il periodo della gravidanza e il post-partum costituiscono un periodo particolare nella vita della donna, i cui cambiamenti fisiologici, ormonali e di natura psicologica sono temi di studio affrontati dalle professioni sanitarie.

Cosa accade nella mente della donna quando scopre di essere incinta? E cosa avviene quando si distacca dal bambino al momento del parto? E la coppia come si modifica? Quali cambiamenti subisce la quotidianità?

A queste domande con la collaborazione di diverse figure professionali cercheremo di dare una risposta all’evento del 26 maggio dalle 17:30 alle 19.30 presso la sede di medikern in via Antonio Canova 19, 20145

A seguire un aperitivo finale!

Evento nutrizionale 23 Febbraio 2022 – Medikern & Benvenuto Family Restaurant

Quante volte ti capita di ridurre la tua pausa pranzo ad un pasto veloce?
Ti sei mai chiesto se la solita “piadina al volo” sia calibrata correttamente? 

Benvenuto Family Restaurant ed i nutrizionisti Medikern hanno organizzato una giornata a Tema: Sana Alimentazione, per consigliarti valide alternative al pranzo veloce.

Mercoledì 23 Febbraio, presso Benvenuto Family Restaurant, sito in via Fernanda Wittengs 6/B, è stato presentato un pasto completo pensato per tutti coloro che necessitano di pranzare fuori quotidianamente, con l’idea di creare degli abbinamenti che siano calibrati in termini di apporto calorico e che possano essere facilmente riprodotti da voi a casa.

L’assaggio di TRE abbinamenti, presentati e spiegati dalla nutrizionista Marta Lacovich, accompagnati da una bevanda Detox.

Carbofobia: miti ed evidenze scientifiche

Articolo scritto da Andrea Fiantanese (Biologo Nutrizionista)

È appena iniziato il 2022 che ci introduce a nuove opportunità ed innovazioni tecnologiche che ci permetteranno di pensare la nostra futura vita sociale, lavorativa e le nostre relazioni interamente proiettate nel virtuale nei vari metaversi possibili ed ipotizzabili.

Dalla comparsa della nostra specie Homo sapiens sul pianeta (200.000 anni fa) non è passato poi molto tempo se si ragiona in termini di orologio evolutivo del pianeta Terra.
Ciò che ha caratterizzato la nostra specie negli ultimi 100 anni è stata la capacità di andare incontro a rapidi cambiamenti tecnologici, economici e culturali che hanno profondamente influenzato anche la nostra alimentazione come H. sapiens.
Se tramite la domesticazione degli animali prima e successivamente, nel Neolitico, grazie all’introduzione dell’agricoltura, l’uomo si rendeva parzialmente indipendente dalla natura per la caccia e la raccolta, sono state le innovazioni tecnologiche ed industriali avvenute a partire dal XVIII secolo ma soprattutto le ultime risalenti al secolo scorso a rivoluzionare anche le dinamiche agricole e dell’allevamento impattando in maniera profonda la disponibilità di alimenti e per ultimo le nostre abitudini alimentari.
In così poco tempo l’uomo, o almeno una parte considerevole della popolazione umana, si è trovata di fronte alla possibilità di un’ampia varietà alimentare ma soprattutto a non dover lottare più per introdurre la minima quantità di calorie per sopravvivere.

Nei paesi industrializzati questo ha dato origine, contestualmente all’aumentata sedentarietà, alle patologie del benessere di cui l’uomo non aveva mai o raramente sofferto nell’arco della sua storia. Tra queste possiamo citare: insulino-resistenza e diabete mellito tipo 2, obesità, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa primaria, iperuricemia e gotta.
Siamo quindi passati da cacciare grossi mammiferi o camminare per chilometri per raccogliere quello che il suolo ci offriva, in costante deficit calorico, a dover programmare la nostra attività fisica in palestra per bilanciare il surplus calorico che introduciamo quotidianamente.
Al fine di mantenere l’equilibrio tra calorie introdotte e consumate negli ultimi anni diversi stili alimentari o vere proprie diete sono divenute comuni nella nostra società, alcune di queste supportate da solide evidenze scientifiche altre invece spinte da logiche commerciali e note come fad diets.

Nonostante la dieta mediterranea sia stata incoronata per il quinto anno di fila come dieta dell’anno da U.S. News, ancora molti dubbi e miti aleggiano nelle persone in merito all’introduzione dei carboidrati quali pane e pasta nella nostra alimentazione perché accusati di causare aumento di peso.

Al fine di sfatare questi miti è giusto precisare come i carboidrati abbiano dall’alba della storia dell’uomo provveduto a garantire la quota calorica necessaria per la sopravvivenza della nostra specie forse in misura maggiore rispetto ad altri alimenti quali ad esempio la carne di cui l’uomo sicuramente si cibava ma con una frequenza nettamente inferiore a quella odierna e con un gravoso dispendio energetico per procacciarsela.
Nel nostro organismo i carboidrati sono il combustibile primario che garantiscono l’energia per i neuroni ed i globuli rossi, in primis, sotto forma di glucosio e per molte altre cellule del nostro organismo che li utilizzano come fonte di energia primaria.
Le scorte di carboidrati nel nostro corpo prendono il nome di glicogeno, un polimero del glucosio che si trova immagazzinato nel fegato e nei muscoli in quantità che si aggirano attorno ai 500 g totali; ogni grammo di glicogeno è immagazzinato con 2,7 g di acqua.

Le diete che enfatizzano il basso apporto di carboidrati al fine di ottenere un calo ponderale generalmente sono efficaci nel breve termine ma nel lungo termine non determinano una costante perdita di peso che è invece determinato nella maggior parte dei casi da un deficit calorico e da un aumento del dispendio energetico attraverso attività fisica programmata o non.

Molte volte si confondono i carboidrati semplici come il comune zucchero da cucina, e gli zuccheri contenuti nei dolci e nei soft drinks con gli carboidrati complessi come l’amido che è presente in prodotti quali pasta e pane: un consumo eccessivo di zuccheri semplici, come spesso accade oggigiorno, abbinato ad un costante surplus calorico può contribuire all’insorgere, nel tempo, delle malattie metaboliche.

Da quanto illustrato è evidente che la restrizione dei carboidrati non è necessaria per perdere peso, dobbiamo quindi rivedere le nostre paure verso i carboidrati e fare una differenza nella tipologia, qualità e quantità degli stessi che introduciamo nella nostra dieta, perché sono fonte di energia essenziale per l’organismo della nostra specie fin dai tempi arcaici.

Sotto la supervisione di un professionista dovremmo quindi rivalutare le nostre credenze in merito al consumo di carboidrati e non farci illudere da facili risultati promessi da altre tipologie di diete alla moda promosse sui social o altri tipi di canali pubblicitari.

Osteopatia e gravidanza: quando e perchè?

Durante il percorso della gravidanza nella vita di una donna spesso si presentano disturbi legati all’adattamento del corpo della neo mamma alla crescita progressiva del bimbo nel ventre materno.
I malesseri più comuni sono rappresentati da:

  • mal di testa
  • nausea
  • mal di schiena
  • sensazione di gonfiore agli arti inferiori
  • sciatalgia
  • difficoltà nella respirazione
  • problemi digestivi, nausee e bruciori di stomaco
  • difficoltà nel transito intestinale e costipazione
  • dolori alle gambe
  • dolori articolari
  • coliche gassose
  • dolori alle anche
  • problemi circolatori agli arti inferiori
  • dolori alla cervicale
  • mal di testa
  • mobilità del sacro
  • reflusso gastrico
  • infezioni del tratto urinario
  • vaginite o dolore durante i rapporti sessuali


OSTEOPATIA E GRAVIDANZA: perché?
I cambiamenti fisici del corpo femminile durante la gravidanza sono quelli strutturali dati dal crescere del feto e dal conseguente ingrandirsi della pancia. Questa porta ad un aumento della pressione addominale. Questo può causare difficoltà digestive o influenzare negativamente la regolarità intestinale.

La compressione della pancia a livello inguinale può causare gonfiori e dolori alle gambe e stasi vascolare.

La colonna vertebrale tende ad accentuare le sue curve con presenza di iperlordosi lombare e aumento della cifosi dorsale, con conseguente insorgenza di dolore lombare, a volte irradiato agli arti inferiori.

L’osteopatia si inserisce quindi nel periodo gestazionale perché permette alla donna, attraverso un approccio dolce e delicato, di migliorare e alleviare i disturbi che possono insorgere, permettendo alla mamma di gestire meglio i sintomi che creano disagio e dolore.

A stesso tempo l’osteopatia prepara il corpo femminile al momento del parto attraverso la riduzione delle tensioni legamentose a livello della zona  lombare, del bacino e delle anche.

 

OSTEOPATIA IN GRAVIDANZA: in cosa consiste?
La mancata elasticità dei tessuti e la scarsa libertà di movimento delle articolazioni implicate al parto aumentano la percezione del dolore rendendo più difficoltosa la gestione del travaglio.

La manipolazione osteopatica applicata in gravidanza consiste in tecniche fasciali indirette e senza effetti collaterali, delicate e non invasive, e può affiancare ed essere complementare ai tradizionali corsi di ginnastica pre parto.

A partire dunque da secondo trimestre, salvo nei casi di parto definito a rischio, sarebbe sempre indicato ad una donna di richiedere una valutazione osteopatica per farsi seguire durante il percorso della gravidanza.

 

OSTEOPATIA NEL PERIODO POST PARTO: perché?
L’osteopata rappresenta un valido aiuto non solo nel periodo pre parto, per favorire il migliore adattamento ai cambiamenti in atto, ma anche e soprattutto nell’immediato post parto, per prevenire e gestire le problematiche legate al pavimento pelvico, tra cui incontinenza urinaria e prolasso degli organi pelvici.

Anche in caso di parto cesareo risulta essenziale l’intervento precoce sulla cicatrice chirurgica per prevenire la formazione di aderenze addominali interne con conseguenze posturali importanti.

Il percorso di accompagnamento della donna sposta l’attenzione anche al neonato, che può essere seguito da un osteopata fin dai primi mesi di vita.

 

Si può regolare il volume delle emozioni?

Di Benedetta Comazzi

Se la nostra emotività fosse uno spartito, allora gioia, tristezza, paura, rabbia e disgusto sarebbero le principali note che lo compongono. E se noi volessimo decidere quali note alzare al massimo e quali lasciare di sottofondo, ci basterebbe girare la manopola del volume sul nostro personalissimo stereo per riuscire a mettere in pratica una buona regolazione emotiva. Ebbene sì, perchè le nostre emozioni hanno un suono tutto loro, a volte più nitido, altre meno, ma se sono arrivate al nostro orecchio vuol dire che hanno bisogno di essere ascoltate.

Con regolazione emotiva, quindi, si intende un insieme di strategie e comportamenti che permettono di modulare l’intensità e la frequenza di un’emozione, ma anche i suoi correlati fisiologici e comportamentali, così da poterla fronteggiare e padroneggiare al meglio.

Ma perché è così importante essere consapevoli di avere questa speciale “manopola” a disposizione e saperne fare buon uso? Perché – anche se a volte non ce ne accorgiamo – le emozioni hanno una forte influenza sul nostro stato di benessere o malessere.

Inoltre, riuscire a utilizzare le nostre personali abilità e risorse per gestire le emozioni spiacevoli e potenziare quelle piacevoli, ci permette di arrivare ad uno stato di benessere ottimale.

Quindi, regolare le emozioni significa affinare il proprio orecchio emotivo, insegnandogli a percepire ciò che prima non udiva e a distinguere tutti i suoni che compongono le canzoni emotive che fanno da colonna sonora alla quotidianità, ma anche riuscire a gestire e padroneggiare al meglio la manopola del proprio stereo emotivo.

Per tutte quelle volte in cui ci si sente estremamente sopraffatti dalle emozioni o per tutte quelle volte in cui, invece, non si riescono a sentire affatto; per tutte quelle volte in cui le emozioni si fanno largo con forza risultando ingestibili; per tutte quelle volte in cui non si sa come rispondere a un’emozione e si finisce per mettere in atto dei comportamenti insoliti, in cui non ci si riconosce. Per tutte quelle volte in cui si percepisce solo un forte stato di tensione o delle spiacevoli sensazioni fisiche e, non riuscendo a identificarne la causa, si cerca di metterle a tacere mangiando in modo incontrollato o cercando di distrarsi a tutti i costi.

Ecco, in nome di tutte queste situazioni, è importante diventare consapevoli delle proprie emozioni, imparando a (ri)conoscerle e cercando di incrementare le risorse che ci permettono di utilizzare al meglio la “manopola” che ci consente di regolarne il volume. Perché non essere consapevoli del nostro stato emotivo, fa sì che le emozioni inizino ad urlare ancora più forte, fino a renderci impotenti davanti a loro.

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